ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE SICILIE

  

 

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Gioiosa Jonica (RC), venerdì 15 maggio 2015

 

 

 


 

 

Locri, sabato 27 dicembre 2014

 

 


 

Gioiosa Jonica, domenica 3 agosto 2014

 

 

Dalla seconda di copertina del volume:

 

“Il libro di Pino Aprile è la storia di un risveglio, anzi di molti risvegli. Di occhi che si sono aperti su realtà inaccettabili, di persone che hanno potuto guardarsi le une con le altre, che si sono riconosciute e hanno deciso di fondersi in comunità. È la storia di una decisione che ne ha portate con sé molte altre, e che si riassume in un grido di protesta: “non vogliamo sopportare più”. E sono molte le cose che non vogliono sopportare più, il ricatto “o salute o lavoro” che per decenni ha avvelenato Taranto nell’indifferenza generale, i veleni della “monnezza” proveniente da molte zone d’Italia e accumulata in Campania, veleni che si infiltrano nella terra, che uccidono il cibo e le persone, ma che arricchiscono la camorra e tutti quelli che fanno affari con la criminalità organizzata, il pizzo che bisogna pagare ai soliti noti per riuscire a lavorare. In un’indagine appassionata Pino Aprile ci apre una finestra su un Sud al di fuori dei luoghi comuni, su persone che agiscono, si spendono, rischiano, indifferenti al pericolo, al ricatto, alle minacce. Come Lella Ottaviano, commerciante, la prima che ha avuto il coraggio di denunciare i camorristi che esigevano il pizzo e che ha reso Ercolano una città libera, e don Maurizio Patriciello, diventato una guida per le associazioni che vogliono liberare la piana del Volturno dai veleni che l’hanno trasformata in un inferno, e Giuseppe Di Bello, tenente della Polizia provinciale in Lucania, la cui vita viene demolita per aver osato denunciare l’inquinamento di un lago, causato da infiltrazioni di petrolio. Le storie che ci racconta sono avvincenti come un romanzo, l’affermazione di un riscatto che diventa sempre più vicino."


PINO APRILE, giornalista e scrittore, pugliese residente ai Castelli Romani, è stato vicedirettore di “Oggi” e direttore di “Gente”.
Per la televisione ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud” e al settimanale di approfondimento del Tg1, Tv7.
Il suo libro “Terroni”, uscito nel 2010 e diventato un vero e proprio caso editoriale, per mesi in vetta alle classifiche, e il successivo “Giù al S
ud”, anch’esso un bestseller, hanno fatto di Pino Aprile il giornalista “meridionalista” più seguito in Italia, un vero fenomeno che, nelle parole dei suoi lettori, “ha ridato voce e dignità al Sud”.
 

 


 

Gioiosa Jonica, sabato 1 marzo 2014

 

 


 

Locri, martedì 4 marzo 2014

 


 

Gioiosa Jonica, sabato 9 novembre 2013

 

Un corposo capitolo del libro riguarda il "brigante" Ferdinando Mittiga, con la pubblicazione di molti documenti inediti custoditi nell'Archivio di Stato di Reggio Calabria.

Dalla quarta di copertina del volume:

E’ tutta un’altra storia quella che emerge dalle pagine del libro, una storia che affiora dalle ingiallite carte d’Archivio che raccontano un’altra verità sugli anni turbolenti e difficili dell’unificazione italiana, gli anni in cui, mentre si spegnevano gli entusiasmi, le speranze, le illusioni dei contadini meridionali, si accendeva, forte, la loro ribellione, la loro sete di riscatto e di giustizia. Sì, è tutta un’altra storia, non quella nascosta, negata, adattata, ma quella che, anche nelle autorevoli voci di Luigi Einaudi e Francesco Saverio Nitti, spiega l’origine del divario economico, tra le due parti del Paese e come, attraverso l’enorme drenaggio di capitali dal sud al nord sia stato finanziato il decollo industriale di quest’ultimo. E spiega l’origine di un pregiudizio, da usare “senza cautela”, per giustificare i massacri, le violenze, le leggi speciali, solo “per i meridionali”, ed ancora, spiega come, dall’unità in poi, si sia creato quel meccanismo economico, quel processo di sviluppo ineguale, tipico delle “migliori forme di colonialismo” (interno, nel caso italiano), facendo qualche “scorribanda”nelle scelte politiche, vecchie e nuove, quelle che non hanno ancora saputo o voluto vedere nel Sud un’occasione, forse l’unica nella crisi attuale, da cui ripartire per il rilancio economico del Paese, una speranza per il suo futuro, ma, soprattutto, l’occasione per pareggiare, finalmente, i conti con la storia e giungere ad una effettiva, reale e condivisa Unità.

 


 

Gioiosa Jonica, sabato 10 agosto 2013

 

 

 


 

Gioiosa Jonica, domenica 21 luglio 2013

 

 


 

Nola, sabato 13 aprile 2013

 

Il 13 aprile, presso la sala congressi dell’Hotel dei Platani a Nola, si svolgerà la terza edizione delle Giornate di Studi su Nicola Zitara, un percorso iniziato tre anni addietro a pochi mesi della morte del meridionalista di Siderno (RC) come tentativo di rendere partecipi relatori ed uditorio della ricostruzione delle linee fondamentali della teoria del separatismo rivoluzionario. Per ricomporre la pienezza di questo progetto è necessario ricordare che l’analisi della letteratura di Zitara costituisce un’impresa completamente diversa da quelle tradizionali alle quali è abituato con precisione filologica l’ambiente culturale meridionale. Buona parte degli scritti di Zitara non fu licenziata per finire impaginata in libri, l’intero suo pensiero è sparso tra le pagine dimenticate di giornali e la rivista on line Fora.

Fu tra i primi ad utilizzare il web come veicolo per le sue tesi, si servì di due romanzi, si fece autore di se stesso; non è possibile dunque ricomporre la letteratura zitaraiana – e così il suo pensiero – se non attraverso il confronto continuo, la verifica e la distinzione degli approcci iniziali dalla conclusione in una pluralità di documenti. Solo così è possibile individuare, le fasi, le approssimazioni di un’idea, il percorso di maturazione di un pensiero finora non sufficientemente conosciuto. Nelle passate edizioni il profilo biografico e politico di Zitara tracciato da Lorenzo Terzi ha accompagnato l’approfondita disanima di Pasquale Zavaglia e Alfonso Pergolesi dell’opera magna “L’invenzione del Mezzogiorno”, mentre l’intervento di Mino Errico ha intrecciato i sentiti ricordi personali al disvelamento di alcuni dei punti nodali del pensiero zitariano.

Quest’anno, sotto l’incalzare della crisi ed il precipitare delle condizioni di vita nel Mezzogiorno fotografato dalle statistiche, l’appuntamento preannuncia maggiore spazio dedicato alle problematiche sociali ed ambientali e la problematizzazione del pensiero di Zitara. Per la prima volta, la consueta attività organizzativa dell’ideatore Angelo D’Ambra vede l’affiancamento di un attivo comitato promotore costituito dall’associazione Due Sicilie "Nicola Zitara", dalla rivista elettronica Fora e dalla pagina Fb Briganti. Il convegno si presenterà ancora una volta come luogo d’analisi, indagine e condivisione, utile sia come primo momento di avvicinamento alla lettura dei libri di Zitara, sia come approfondimento e rielaborazione critica della teoria del separatismo meridionale.

Zitara ha rappresentato e rappresenta il Meridione che alza la testa, che vuole sottrarsi al vortice in cui è precipitato, preda di spregiudicate equazioni di mercato. Dopo di lui, chiunque si avvicini alla storia del risorgimento non può non riconoscere che l’unità d’Italia ha rappresentato l’impoverimento programmato del Sud da parte dei conquistatori tosco-padani, un programma che si protrae tutt’oggi con il colonialismo della produzione, visibile oggettivamente nei mercati meridionali nei quali consumiamo per il 70% prodotti importati dal Nord, e nei tassi di disoccupazione, con i meridionali che fungono da manovalanza a basso costo per le imprese del Nord e da carne da macello per l’esercito. Con originalità e acume analitico, Zitara ha proceduto lì dove la generalità degli autori meridionali si è fermata.

Non si è limitato alle mere descrizioni, non si è sentito semplice spettatore del dramma della sua gente. Egli ha messo in rilievo proposizioni e soluzioni politiche. A tre anni dalla sua morte possiamo dire che la società meridionale, nelle sue frange amministrative, politiche ed accademiche, l’ha temuto e continua a temerlo, la cultura “ufficiale” ha nutrito nei suoi confronti una enorme diffidenza, Zitara è fuori dal dibattito culturale e politico ed ogni sua scarna citazione è mortificata da volute distorsioni che ne annullano la radicalità. Nella riflessione teorico-pratica di Zitara si realizzava però un nuovo modello di intellettuale e di lavoro politico che il Sud deve riscoprire per spezzare le proprie catene, un’intellettuale organico al proprio mondo, non più gregario e figlio di una cultura della subordinazione e della marginalità; una riflessione che, come già su queste pagine si ricordava, gli faceva scrivere: “Il Meridione si sta avviando verso il disastro totale. Che fare, allora? Possiamo rendere ancora un servigio alla nostra terra, liberandola. Non ripeterò l’errore dei rivoluzionari del 1799, nè quello dei liberali del 1860. Starò con loro anche a costo di infiocchettarmi con i gigli dei Borbone e d’andar sottobraccio con Carmine Crocco, starò con loro. Questo è il mio popolo”.


 

Alcune idee per i futuri amministratori locali

In occasione delle prossime elezioni amministrative di maggio 2013, alcuni esponenti politici locali ci hanno chiesto di segnalare alcuni punti programmatici per le future amministrazioni. Elenchiamo qui di seguito alcune semplici idee, rivolgendole a tutti i candidati che fossero interessati:

  • procedere ad una modifica della toponomastica, nel rispetto della nostra storia e della nostra identità di meridionali; a tal proposito, riproponiamo anche la richiesta a firma di Nicola Zitara indirizzata ai sindaci italiani

  •  (http://www.duesicilie.info/lettera.htm);

  • promuovere la conoscenza della vera storia del Sud in ambito scolastico, anche attraverso la proiezione di video e l'acquisto di libri da distribuire gratuitamente agli studenti;

  • promuovere le imprese e i prodotti locali;

  • favorire la produzione di energia elettrica mediante fonti rinnovabili (energia solare in particolare); scegliere tali fonti alternative per le necessità  degli edifici comunali e per l'illuminazione pubblica, utilizzando il risparmio conseguito per promuovere il territorio,  l'occupazione e per fornire sostegno ai ceti deboli;

  • per i rifiuti solidi urbani, introdurre un efficiente sistema di raccolta differenziata da effettuarsi porta a porta.

Segreteria Associazione Due Sicilie

 


 

Reggio Calabria, lunedì 8 aprile 2013

 


 

Riceviamo e pubblichiamo:

Real Cittadella di Messina, anno 2013

di Salvatore Serio

Conclusa anche quest’anno 2013 la manifestazione per ricordare l’eroismo dei 47 dimenticati soldati duosiciliani che difesero la Real Cittadella di Messina. Tema del convegno, svoltosi nella stupenda chiesa gotica dei cavalieri teutonici di S. Maria Alemanna e’ stato: “Passato e prospettive di recupero e valorizzazione”.
Del passato si e’ parlato abbondantemente, del recupero e valorizzazione, a parte l’annunzio che nel futuro si sarebbe potuto realizzare nel suo interno un museo borbonico, niente e’ stato detto. Né come recuperare l’importante costruzione, né come valorizzarla secondo i nostri intendimenti, né si e’ cercato di scoprire i motivi del perché i lavori di restauro sono stati iniziati e poi abbandonati. Lo scrivente ha cercato di attenersi al tema e spiegare al pubblico intervenuto le motivazioni principali per cui questa importante struttura militare del XVII secolo e’ stata volutamente abbandonata.
Dice il saggio: “prendi una bugia, ripetila 1000 volte e diventerà una verità”.
Quale e’ stata la bugia? Noi lo sappiamo bene. Le falsità che si sono dette sul risorgimento e su i suoi eroi. Le stesse che ci hanno portato a queste due italie: una ricca l’altra povera, una che ha paura oggi di perdere il vantaggio e i suoi privilegi, l’altra che non arriva a fine mese. Questo stato di fatto è la prova che le bugie hanno le gambe corte!! E che, come disse Francesco II nessuna tirannia, nessuna sopraffazione può durare in eterno…..
Anche la disgraziata Cittadella è stata vittima indiretta di questa bugia risorgimentale che voleva cacciare tutte le tirannie per inserirne un’altra più’ subdola, ipocrita e falsa. A questa struttura incolpevole furono addossate colpe che non aveva. Fu incolpata d’essere fortezza a custodia degli scettri, freno e ceppo dei popoli sediziosi. Quindi da cancellare. Non importava che fosse una delle opere più’ importanti di architettura militare d’Europa, che fosse un’opera d’ingegno rilevante, che nel suo interno vi fossero opere di scultura barocca emblematiche dell’arte meridionale. Importante per i patrioti risorgimentali nostrani era l’eliminazione del pericolo per la città di Messina. Ma quando fu deciso di demolirla era l’anno di grazia 1861, non era il XV o XVI secolo. L’idea non aveva più senso, la scienza aveva già fatto passi da gigante e le fortezze come Gaeta, Messina, Capua e Civitella del Tronto ormai si erano dimostrate obsolete, superate dai nuovi cannoni Paixhans, Cavalli, Armstrong. Eppure già il 12 marzo 1861 un ex ufficiale di artiglieria navale che si era “dimissionato” nel 1848, scrisse un libello illustrando le motivazioni per l’eliminazione della cittadella e spingendo l’opinione pubblica alla demolizione della stessa <<per promuovere il sentimento nazionale>>. Ma per far questo ci volevano tanti soldi, e il governo savoiardo, non avendoli, preferì trovare altre soluzioni recuperando le strutture dell’ex regno borbonico e riusandole quali caserme, depositi militari, carceri e quant’altro. Augusta, Milazzo sono stati esempi emblematici.
Il 22 giugno 1913, in vista di una riqualificazione dell’area portuale, avvenne la divisione dei terreni della zona falcata e relativi assoggettamenti. Al comune furono assegnati mq. 85.720 e 88.160 al demanio. Ne nacque una dotta disquisizione su chi era effettivamente il proprietario della falce e il comune presentò anche una relazione storica munita di antiche piante della zona falcata redatta da La Corte Cailler e fu difeso dall’on. Ludovico Fulci per rivendicare i propri storici diritti. Con R.D. del 9 novembre 1919 fu stabilito che un’area di mq. 23.000 fosse destinata alla costruzione del deposito franco da ricavarsi dalla demolizione della Real Cittadella.
Con la sistemazione del porto, delle nuove banchine e la costruzione dell’attuale stazione marittima (1939), iniziò veramente la distruzione della cittadella senza che nessun uomo politico dell’epoca ne prendesse le difese. Infatti furono demoliti tre bastioni su cinque: il S. Carlo, il Grünembergh e il S. Francesco e tranciato parte del muro esterno del rivellino S. Teresa per allargare la strada.
La seconda guerra mondiale portò ulteriori distruzioni. Con il dopoguerra iniziò un processo di degrado dell’intera area, che porterà alla situazione attuale, vergognosa per una città con tanta illustre storia alle spalle. Le concessioni a privati di aree demaniali per fini cantieristici o pseudoindustriali e artigianali, l’abbandono del porto franco mai realizzato, il perpetuarsi di quell’antica bugia risorgimentale che vedeva la fortezza una nemica di Messina, privò la Real Cittadella in primis, ma anche tutta la zona falcata, del rispetto e dell’amore dovuto dalla cittadinanza messinese, portando perfino dentro le storica falce intrisa di leggende mitologiche condivise da tutto il mondo mediterraneo anche una discarica di rifiuti a cielo aperto e un bruciatore di spazzatura!!! Ancora oggi l’area falcata, una volta un tutt’uno con l’area urbana adiacente, vive una realtà tutta sua, fatta di degrado, sporcizia, abbandono, desolazione e tutto questo… a pochi metri dalla convulsa piazza stazione e dal centro urbano.
Solo dopo il 2000 qualcuno si e’ ricordato della Real Cittadella o meglio di quel che rimaneva. forse grazie anche (mi voglio illudere) alle nostre passate manifestazioni che lo scrivente, delegato del movimento neoborbonico, ha iniziato nel lontano 1998. Furono iniziati i lavori di demolizione dei moltissimi fabbricati e baracche abusive realizzate negli anni di abbandono all’interno dei fossati ma subito dopo bloccati per motivazioni varie. Si lesse nei giornali che i terreni da scavare erano inquinati, che erano stati trovati ordigni bellici….. in conclusione si perse il finanziamento!!! Crediamo anche a problematiche nate fra gli enti amministrativi che hanno potere effettivo su tutta l’area marittima: l’Ente Porto, l’Autorità Portuale, il Comune di Messina, Provincia, Regione ………troppi!!!!!!!!! Ma che fa intravedere il solito giochetto della politica fatto di clientela, favoritismi, di nomine dirigenziali politiche ai vertici ove dovrebbero esserci solo tecnici veri, di allegre consulenze, di lucrose commissioni, inutili missioni e progetti dal costo vertiginoso. In tutto questo si annida il vero sperpero delle risorse pubbliche.
E fu talmente palese, che pure i ragazzi della IV-A del Liceo Classico Maurolico, nella relazione scritta per un concorso FAI 2009-2010 scrissero:<<la proposta di recupero è abbastanza tardiva, appare più come un’azione propagandistica che come una vera e propria opera di recupero, a causa dei termini fumosi in cui e’ stata proposta, e in secondo luogo sulla palese inutilità del recupero. Piscine e alberghi a 5 stelle non sembrano proprio un buon utilizzo della zona falcata e dei fondi ad essa assegnati>>.
Alla luce di tutto ciò credo che questo sia il momento migliore per farci sentire, e non solo con messe di suffragio e deposizioni di corone alla memoria. In un momento in cui si sta sfasciando la vecchia logica partitocratica nata con l’Unita’ d’Italia, per noi del Sud sarebbe intelligente cavalcare l’onda del rinnovamento e del cambiamento. Io non so come esattamente fare, ma per il bene di tutti e del Sud in particolare, sarebbe l’ora di farci sentire anche noi.
Che il recupero della Cittadella di Messina, con i suoi valori semantici, sia un segno di risveglio dell’orgoglio di appartenenza al millenario Sud, all’interno di una patria comune e condivisa, di un’Europa di tutti e non solo dei banchieri.

Salvatore Serio

Intendente per Messina del Movimento Neobordonico

Delegato per la Città di Messina dell'Associazione Due Sicilie

 


 

Locri (RC), giovedì 27 dicembre 2012

SANTA MESSA PER FRANCESCO II

 

 

 

Giovedì 27 dicembre, alle ore 19.00, presso la Cappella Maggiore del Seminario Vescovile "San Luigi" di Locri (RC), sarà celebrata una messa in suffragio di Francesco II di Borbone e dei caduti del Regno delle Due Sicilie.

L'Associazione Due Sicilie “Nicola Zitara”, come avviene ogni anno dal 2007, si raccoglie in preghiera e ringrazia coloro che vorranno partecipare al mesto rito.

Francesco II morì il 27 dicembre 1894 ad Arco di Trento, al tempo provincia austriaca. Sebbene fosse cognato dell'imperatore e appartenesse a una delle più antiche dinastie d'Europa, visse l'esilio e morì in dignitosa povertà.

Si segnala l'articolo di Mariolina Spadaro sull'ultimo Re delle Due Sicilie: http://www.duesicilie.info/Francesco%20II.htm

 


 

Gioiosa Jonica (RC), Sabato 1° dicembre 2012

NEL REGNO DEI BORBONE

Stato, Economia e Società nelle Due Sicilie

 

Sabato 1° dicembre a Gioiosa Jonica (RC), per assistere alla conferenza di Alessandro Romano, sono arrivati da tutta la Calabria e anche da fuori regione, come gli amici pugliesi dell’Associazione Daunia Due Sicile e Salvatore Serio, delegato di Messina del Movimento Neoborbonico.

L’incontro si è tenuto a Palazzo Amaduri ed ha avuto il seguente tema: “NEL REGNO DEI BORBONE- Stato, Economia e Società nelle Due Sicilie”.

Il convegno, organizzato dall’Associazione Due Sicilie “Nicola Zitara”, con il patrocinio del Comune di Gioiosa Jonica, è stato aperto da Pasquale Zavaglia, Segretario della stessa Associazione, che ha portato anche i saluti del Commissario Prefettizio del Comune, impossibilitato a presenziare. E’ seguita l’introduzione di Antonia Capria Zitara, Presidente dell’Associazione, che ha parlato dei mali attuali del Sud, la cui causa è da ascrivere alla nascita dello Stato unitario ed alle successive politiche messe in atto dalla sua classe dirigente.

Alessandro Romano, esperto di storia delle Due Sicile e del risorgimento, nonché Coordinatore nazionale del Movimento Neoborbonico, ha illustrato ad un pubblico numeroso ed attento, utilizzando videoproiezioni, i risultati di anni di ricerca presso gli archivi: ha spaziato dall’organizzazione dello Stato borbonico, evidenziando i principi cristiani e sociali che ispiravano l’azione di governo, alla scuola e ai sistemi di insegnamento, passando attraverso i primati  e i progressi economici, sociali, scientifici e tecnici dell’antico regno. Rispondendo ad  alcuni interventi del pubblico, il relatore ha trattato anche della cosidetta Repubblica Partenopea del 1799 (voluta dai Francesi contro il popolo Napolitano) e del Cardinale Fabrizio Ruffo, già definito da Nicola Zitara “eroe dissacrato della nostra indipendenza”.

Due ore e mezza sono volate via, senza che il pubblico se ne rendesse conto: molta la sorpresa e l’interesse per quanto visto e ascoltato; diverse le richieste di riproporre la conferenza nelle scuole.

Sono state due ore e mezza nelle quali si è contribuito a riscrivere la vera storia del Sud.

 

LE FOTO DELLA SERATA

 

         

 

         

 

                                   

 

Attività e appuntamenti dell'Associazione:

GIOIOSA JONICA (RC), 1° DICEMBRE 2012, CONFERENZA SUL TEMA:

"NEL REGNO DEI BORBONE - Stato, Economia e Società nelle Due Sicilie"

 

GIOIOSA JONICA (RC), 29 DICEMBRE 2011, CONVEGNO DI STUDI:

"INSORGENZE E RESISTENZE ANTIUNITARIE NELLE CALABRIE (1860-1867)"

 

 

MAIORI (SA), 10 DICEMBRE 2011: PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI NICOLA ZITARA

"L'INVENZIONE DEL MEZZOGIORNO. UNA STORIA FINANZIARIA"

 

 

PIZZO (VV), 26 NOVEMBRE 2011: PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI NICOLA ZITARA

"L'INVENZIONE DEL MEZZOGIORNO. UNA STORIA FINANZIARIA"

 

 

ROCCELLA JONICA, 5 AGOSTO 2011: PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI NICOLA ZITARA

"L'INVENZIONE DEL MEZZOGIORNO. UNA STORIA FINANZIARIA"

 

 

Nola, 29 aprile 2011: "Il pensiero meridionalista e l'opera di Nicola Zitara"

 

 

Locri, 26 marzo 2011, Il bilancio di 150 anni: come il meridione divenne una colonia

 

 

Il 17 marzo 2011 noi non festeggiamo

 

 

150° Anniversario dell'eroica difesa della Real Cittadella di Messina,

11- 13 MARZO 2011

 

Ascoltate in diretta

"RADIO GAMMA GIOIOSA"

La radio per chi ama il Sud

cliccare sull'icona oppure accedere al sito www.gammagioiosa.net

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE SICILIE 

presso Avv. Pasquale Zavaglia, Via Cairoli n.48 - 89042  Gioiosa Jonica (RC)

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