dal periodico "Due Sicilie" n.1/2005
 

TRA EMIGRAZIONE E DEPORTAZIONE

Sabato 11 dicembre 2004, alle ore 17.30, presso la Sala del Consiglio Comunale di Siderno (RC), si è avuto un incontro avente per tema “La storia dimenticata: uomini e donne delle Due Sicilie alla fine del Regno (tra emigrazione e deportazione)”.

La serata, organizzata dall’ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE SICILIE di Gioiosa Jonica, con il patrocinio del COMUNE DI SIDERNO, è stata introdotta da Mariolina Spadaro, docente presso l’Università di Napoli. Dopo il saluto del Prof. Nicola Zitara, Presidente dell’Associazione, vi sono stati gli interventi del Sindaco di Siderno e dell’Assessore alla Cultura dello stesso Comune, a cui è seguita la relazione dello storico Dr. Francesco Maurizio Di Giovine e, in conclusione, il dibattito con interventi del pubblico.

 

L’incontro ha avuto per argomento, oltre al fenomeno dell’emigrazione di massa dei meridionali all’indomani dell’unità d’Italia, anche la vicenda dei soldati borbonici, fatti prigionieri dai piemontesi nel 1860-1861 e deportati, a migliaia (le fonti parlano di oltre 56.000), nei campi di internamento del settentrione (ad esempio nelle fortezze di Fenestrelle e di San Maurizio Canavese). La rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica”, parlò a tal proposito di “tratta dei Napoletani” e così descrisse le condizioni dei prigionieri di guerra: Quei meschinelli, appena coperti da cenci di tela, rifiniti di fame perché tenuti a mezza razione con cattivo pane ed acqua ed una sozza broda, furono fatti scortare nelle gelide casematte di Finestrelle e d’altri luoghi posti nei più aspri luoghi delle Alpi. Uomini nati e cresciuti in clima sì caldo e dolce, come quello delle Due Sicilie, eccoli gittati …a spasimar di fame e di stento fra le ghiacciate!“

 

La deportazione dei soldati borbonici è argomento approfondito solo in anni recenti, grazie alle ricerche di archivio di alcuni storici, tra cui lo stesso Francesco Maurizio Di Giovine, il quale ha avuto modo di far conoscere al pubblico una pagina importante, quanto tragica, della storia delle Due Sicilie, che troppo spesso viene dimenticata e negata.

 

 



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